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venerdì 18 gennaio 2019

RADON: LA SECONDA CAUSA DI TUMORI AI POLMONI IN ITALIA. Monitoraggio e segnalazioni al Comune entro l'11.02.2019. Vademecum informativo per i cittadini

IMPORTANTE
Il presente documento rappresenta un semplice vademecum informativo per i cittadini sull’argomento RADON, con riferimento alla sua origine, pericoli per la salute e strategie di protezione mediante accorgimenti di vita quotidiana. Il documento è stato redatto da questa associazione MENTE CIVICA-Oria e si inserisce nelle attività dell’associazione di sensibilizzazione ed informazione dei cittadini nei confronti di temi di attualità e d’interesse civico e sociale.
Il documento viene altresì trasmesso all'amministrazione comunale di Oria, verso la quale questa associazione si dichiara sin d'ora disponibile a collaborare nell'organizzazione di un'auspicabile campagna di sensibilizzazione, nonché di mirati incontri nelle scuole locali.

RADON: origine
Il radon è un gas (dunque una sostanza inalabile) radioattivo, incolore ed inodore, continuamente generato da alcune rocce della crosta terrestre (principalmente lave, tufi, graniti, pozzolane) e presente nel suolo, nei materiali da costruzione e nelle falde acquifere. Mentre all’aperto si disperde in aria e si diluisce notevolmente, negli spazi confinati tende ad accumularsi. Essendo invisibile, inodore, inerte, non combustibile, non esplosivo, non riconoscibile dall’odore né dal gusto, il radon risulta “invisibile” ai sensi umani.


RADON: pericoli per la salute e strategie di difesa
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) riconosce il radon come un inquinante cancerogeno per gli esseri umani.
 La relazione tra il radon e il cancro polmonare fu scoperta negli anni 50 e attualmente il radon è la causa più frequente in Italia di neoplasie dell’apparato respiratorio dopo il fumo. Il radon è dunque un serio problema ambientale e sanitario.
I danni alla salute derivano non dal radon stesso, ma dai suoi prodotti di decadimento radioattivi (piombo, bismuto e polonio) che si depositano facilmente sulle pareti di bronchi e polmoni e decadendo emettendo radiazioni ionizzanti che possono danneggiare il DNA delle cellule. Il rischio per la salute può essere limitato cercando di ridurre l’esposizione. Ecco perché una misura
preventiva importante è la corretta informazione al cittadino su tipo di rischi, modalità di ingresso del radon nelle abitazioni e buone pratiche di vita quotidiana a tutela della salute.
L’esposizione al radon, principalmente negli ambienti confinati, varia in funzione di numerosi fattori quali la natura geologica del suolo, l’area geografica, la tipologia di edificio, gli interventi di isolamento termico e acustico, l’impiantistica etc. Le strategie di difesa nel caso di edifici esistenti variano da interventi di modifica dell’abitazione a semplici misure ed accorgimenti di vita quotidiana. La più semplice azione di tutela quotidiana e prima prevenzione per ridurre l’accumulo di radon e favorirne la diluizione in ambienti confinati attraverso la ventilazione frequente degli ambienti di soggiorno. L’infiltrazione di radon può essere efficacemente limitata con interventi di isolamento tra il terreno e l’edificio (una sigillatura ermetica della pavimentazione) o l’edificio e il terreno circostante congiuntamente a isolamento termico dell’edificio. Rinunciare a trasformare le cantine in locali di abitazione è un accorgimento che consente di limitare l’esposizione al radon. I vani scala che conducono a cantine e seminterrati dovrebbero essere chiusi con una porta ben isolante per non rendere accessibile al radon tutto l’appartamento. La soluzione ottimale sarebbe rendere l’accesso alle cantine esterno e separato dall’abitazione. Semplici accorgimenti per evitare la risalita del radon ai piani superiori dell’abitazione sono aumentare il ricambio d’aria in cantina con metodi passivi (ad esempio la presenza di finestre socchiuse) o attivi (tramite un ventilatore) che favorisca il ricambio di aria. Gli impianti di riscaldamento e le stufe a legna devono avere una propria condotta per l’alimentazione con aria esterna.

RADON: normativa
La normativa della Regione Puglia in materia di radon è disciplinata dalla Legge Regionale n. 30 del 03/11/2016 “Norme in materia di riduzione dalle esposizioni alla radioattività naturale derivante dal gas ‘radon’ in ambiente chiuso”, modificata dall’art.25 della Legge Regionale n. 36 del 09/08/2017 (BURP n. 96 del 11.08.2017). Tale legge impone, con proroga a febbraio 2019, il monitoraggio di edifici destinati all’istruzione, inclusi asili nido e scuole materne, e locali interrati, seminterrati e a piano terra di edifici non destinati all’istruzione e aperti al pubblico, con esclusione dei residenziali. In relazione ai soggetti deputati a svolgere le misure di concentrazione di radon, la normativa indica genericamente “soggetti idoneamente attrezzati” e richiede una relazione tecnica contenente precise informazioni, che deve essere inviata entro l'11.02.2019 ad ARPA Puglia ed al Comune di appartenenza per gli eventuali provvedimenti di competenza. Premesso che non esiste una qualifica tecnica di legge quale tecnico abilitato alle misure di concentrazione del radon, per informazioni ed indicazioni sulle misure il cittadino può rivolgersi ai seguenti enti pubblici
• ARPA (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente)-Puglia http://www.arpa.puglia.it/web/guest/agentifisici_radon
• ENEA (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) http://www.irp.enea.it/it/servizi/servizio-di-valutazione-della-concentrazione-di-radon
• ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/radioattivita-ambientale/Radon
• INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) https://www.inail.it/cs/internet/home.html
In particolare, ENEA ha attivato uno “Sportello RADON” rivolto alle Pubbliche Amministrazioni (www.irp.enea.it/it/servizi/servizi-attivazione-sportello-radon)

Le misure utilizzano dispositivi passivi (dosimetri) da collocare strategicamente ed in numero dipendente dall’estensione in mq. del locale, per un periodo di durata annuale con misurazioni semestrali (primavera-estate e autunno-inverno). I dosimetri sono dispositivi di piccole dimensioni che non necessitano di batterie o alimentazione elettrica e non emettono radiazioni per cui sono innocui.

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